Asciutta prima fase

Periodo tra la sesta e la quarta settimana antecedente il parto.

Curva di lattazione - Asciutta prima fase

La prima fase dell’asciutta serve all’animale a rigenerare la ghiandola mammaria e l’apparato digerente.

• Fornire una razione con bassa energia, che permetta di coprire i fabbisogni di mantenimento e quelli della crescita del feto
• Evitare un eccessivo ingrassamento mediante una razione con basso livello di energia. L’obiettivo è un BCS (Body-Condition-Score) < 3,5.
• Fornire una razione ricca in fibra, voluminosa, per mantenere la capacità volumetrica del rumine.

Problemi delle vacche eccessivamente grasse:

• Decisa diminuzione dell’assunzione di alimento prima del parto.
• Disturbi metabolici causati da un maggiore catabolismo dei grassi (pericolo di chetosi)
• Maggiore propensione ai parti difficili.

Asciutta seconda fase

Periodo: le ultime 3 settimane prima del parto (prima metà della fase di transizione)

Curva di lattazione - asciutta seconda fase

La prima metà della fase di transizione serve per preparare la vacca, in avanzato stato di gestazione, al parto e all’alimentazione funzionale alla produzione di latte.

• Effettuare la cura dei piedi delle vacche, eventualmente vaccinarle e combattere gli endo- ed ectoparassiti.
• Aumentare la densità energetica della razione, pur mantenendo un sufficiente livello di fibre, per garantire l’apporto energetico della vacca anche in presenza della una diminuzione dell‘ingestione (ca. 10 giorni prima del parto).
• Offrire anticipatamente le componenti della futura razione di lattazione permette un migliore adattamento della microflora ruminale.
• È molto importante che la vacca possa ingerire una quantità elevata di sostanza secca, dato che altrimenti ci possono essere rischi di chetosi già prima del parto.
• Additivi come ad esempio il glicole propilenico, la glicerina, i lieviti, i grassi protetti o i tamponi possono essere impiegati per compensare i deficit o per alleviare il fegato.
• La profilassi della febbre da latte, con un’alimentazione dal ridotto contenuto in calcio, o mediante l’apporto di sali acidi, prepara il sistema ormonale della vacca al deficit di calcio che si verifica all’inizio della lattazione. L’assorbimento del calcio e la sua capacità di mobilizzarlo dallo scheletro migliora.

Vacche da latte nel periodo attorno al parto

Fase di lattazione

Nella fase di transizione – in particolare al momento del parto – l’attenzione deve essere rivolta al passaggio il più possibile indolore alla nuova fase di lattazione. Il repentino calo dell’ingestione nell’imminenza del parto può facilmente diventare un fattore di rischio, se cala il rifornimento di nutrienti e diminuisce il volume ruminale.

• Favorire l’assunzione di acqua e di alimento immediatamente dopo il parto serve per diminuire il rischio della dislocazione dell’abomaso.
• Si deve fare attenzione a rispettare i fabbisogni della vacca in macro- e micro-elementi, come ad esempio ai fabbisogni di calcio, accresciuti repentinamente, per via dell’attività di produzione del latte.
  Fornire calcio per prevenire la febbre da latte.

Fase iniziale della lattazione

Curva di lattazione

Nella transizione – ed in particolare nella fase iniziale – la vacca è sottoposta ad uno sforzo notevole per cercare di compensare il deficit energetico che si viene a creare. L’ingestione di alimento cresce solo lentamente dopo il parto, mentre i fabbisogni di energia e nutrienti salgono rapidamente.

• La razione deve avere un tenore in fibre adatto per i ruminanti e deve avere un elevato contenuto energetico (attenzione ai rischi di acidosi!).
• Dopo il parto si può ottenere un miglioramento dell’apporto energetico mediante l’utilizzo dei grassi protetti ad esempio, che permettono di diminuire il rischio di chetosi per la vacca (affaticamento e danneggiamento del fegato dovuto allo scioglimento del grasso dei depositi corporei).
• Fare attenzione ai fabbisogni della vacca di macro- e micro-elementi.

Gli errori nell’alimentazione depauperano le difese immunitarie della vacca e la rendono suscettibile di ammalarsi di una serie di malattie. Tali situazioni possono portare anche ad allungare sensibilmente il periodo parto-concepimento e ciò si traduce in perdite economiche di non lieve entità.

Piena lattazione

Curva di lattazione

Durante la piena lattazione la persistenza della produzione di latte è garantita da un’alimentazione rispondente ai fabbisogni. Sono per lo più le richieste energetiche, che variano nel tempo, a far sì che il calcolo del razionamento sia un operazione tutt’affatto banale.

• Assicuratevi che la vacca possa ingerire costantemente alimenti di alta qualità ed acqua a sufficienza.
  Tenere sotto controllo il rapporto energia/fibre nell’alimentazione.
• Regolare il rifornimento di energia e proteine tra di loro in maniera tale da favorire la formazione dei componenti del latte, avendo cura di alleviare il fegato.
• Un apporto ottimale di nutrienti, di elementi minerali e di principi attivi garantisce le performance produttive, la salute degli animali e la fertilità.
  

Nella lattazione avanzata si ripristinano le riserve corporee utilizzate nella fase inziale della lattazione. In questa fase si corre però il rischio di far ingrassare la vacca, e ciò significherà avere i problemi già accennati nella fase di transizione che segue.

• Nell mandrie che presentano un’elevata persistenza della produzione di latte si ha un minor calo dei fabbisogni energetici e il pericolo dell’ingrassamento delle vacche è minore.
• In caso di bassa produzione di latte si dovrebbe riflettere se sia il caso di ridurre la densità energetica della razione o se sia il caso di asciugare la vacca un po’ prima del tempo.